Afghanistan. I talebani proibiscono alle donne l’ingresso all’università
Un altro passo verso la cancellazione totale delle donne è stato compiuto ieri in Afghanistan. Le autorità talebane, al potere dallo scorso agosto, hanno stabilito un divieto dell’istruzione universitaria alle ragazze «fino a nuovo ordine». In una lettera inviata a tutte le università governative e private il ministro dell’Istruzione superiore, Neda Mohammad Nadim, ha scritto: «Siete tutti invitati ad attuare l’ordine di sospensione dell’istruzione delle donne fino a nuovo avviso». Nadeem, ex governatore e comandante militare, nonché esponente della linea dura religiosa, è stato nominato responsabile dell’Università lo scorso ottobre e sin da subito aveva espresso la sua ferma opposizione all’istruzione femminile, definendola «non islamica».
Meno di tre mesi fa migliaia di ragazze avevano sostenuto gli esami di ammissione alle università di tutto il Paese, anche se nell’ambito di radicali restrizioni sulla scelta dei corsi di studio, con veterinaria, ingegneria, economia e agricoltura vietate. Nel momento del loro ritorno al potere i taleban avevano promesso più flessibilità nell’interpretazione del Corano, ma i provvedimenti hanno poi ricalcato l’interpretazione ultra-rigida che aveva segnato il loro primo governo (1996-2001) con una serie di provvedimenti che ha gradualmente ma velocemente eroso i diritti conquistati dalle donne negli ultimi vent’anni: la maggior parte delle ragazze è stata bandita dall’istruzione secondaria, le donne sono state allontanate dal lavoro e licenziate se impiegate in aziende pubbliche ed è stato loro vietato qualsiasi tipo di spostamento o viaggio se non accompagnate da un parente maschio.