Collesalvetti
Calendario Culturale Autunno/Inverno 2022-2023
La Livorno di d’Annunzio
e l’Europa di Baudelaire
promosso da
Fondazione Livorno
Fondazione Livorno Arte e Cultura
e Comune di Collesalvetti
ideato e curato da Francesca Cagianelli
in occasione della mostra
La Beata Riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno.
Protagonisti e Cenacoli
tra la Scuola di Guglielmo Micheli
il Caffè Bardi e Bottega d’Arte

Si inaugura giovedì 17 novembre 2022, ore 17.00, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (Collesalvetti, via Umberto I, n. 63), il Calendario Culturale Autunno/Inverno 2022-2023, “La Livorno di d’Annunzio e l’Europa di Baudelaire”, promosso da Fondazione Livorno, Fondazione Livorno Arte e Cultura e Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra “La Beata Riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno. Protagonisti e Cenacoli tra la Scuola di Guglielmo Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte” (fino al 16 febbraio 2023).
Accompagnato da un titolo programmaticamente intitolato al panorama culturale europeo il Calendario colligiano intende focalizzare momenti fondamentali della stagione parnassiana afferente a Charles Baudelaire, i cui Fiori del male diffonderanno essenze travolgenti e intensi sommovimenti nella compagine artistica mondiale, motivando intere generazioni al rinnovamento della visione tramite l’intuizione di misteriose correspondances vibranti tra le impalpabili trame dell’universo naturale.
Non rimarrà immune neppure Gabriele d’Annunzio che, a partire dal dicembre del 1884, avviò la collaborazione con la “La Tribuna”, firmando i suoi articoli con nomi esotici, tra cui l’eccentrico Shiun-Sui-Katku-Kava, e manifestando la sua familiarità con letterati quali Baudelaire e Mallarmé.
Dal rifiuto del positivismo al panismo, dall’estetismo al superomismo, d’Annunzio assimila e rielabora con geniale artificio poetico temi e mode del simbolismo e del decadentismo europei, fino a costituire un vero e proprio faro di rinnovamento artistico e letterario nell’Italia del primo decennio del Novecento.
La scommessa scientifica del Calendario colligiano punta quindi a proiettare sulla ribalta italiana e internazionale le infinite pulsioni simboliste vibranti nella Toscana primonovecentesca, sede privilegiata dai pittori e scultori del sogno presenti alla Secessione di Palazzo Corsini del 1904, quali David Edströöm, Henry de Groux, ma soprattutto quel Charles Doudelet che, come verificato nel corso delle due grandi mostre allestite alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, assurge a regista della corrente rosacrociana tra Livorno e Firenze.
Sarà Francesca Cagianelli, conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, a inaugurare la prestigiosa rassegna colligiana con la conferenza dal titolo Prima del Caffè Bardi: Gino Romiti: un campione de “La Vie de Murger” (giovedì 17 novembre 2022, ore 17.00), dissolvendo il traguardo del mitico locale cittadino in un semplice domicilio e anticipando di ben otto anni la lievitazione di umori rivoluzionari della compagine artistica labronica, radicandoli cioè in quella piattaforma di evoluzione innanzitutto spirituale che rappresentò la Scuola di Micheli.
Autrice nel 2007 della monografia Gino Romiti. Un realista sognatore tra terra e mare (Polistampa 2007), primissima tappa bibliografica volta a restituire all’artista una fisionomia divisionista di ambizione nazionale, concepita all’unisono con il suo maestro spirituale Vittore Grubicy de Dragon, Cagianelli procede in quest’occasione a dilatare l’indagine delle coordinate internazionali della riflessione luminosa romitiana, annettendovi, oltre all’ormai acclarata influenza del belga Émile Claus, anche meno ovvie, ma ugualmente cogenti, suggestioni di area impressionista e simbolista, dal francese Henri-Eugène Le Sidaner alla svedese Anna Boberg.
Giovedì 1 dicembre 2022, ore 17.00, Gianni Schiavon, Dottore di Ricerca in Storia delle Arti Visive, curerà la 2° Puntata del Calendario, ovvero la conferenza dal titolo Gino Romiti, protagonista, promotore e stratega del Gruppo Labronico.
Autore del testo critico del catalogo della monografica di Romiti promossa nel 2008 dalla Galleria Goldoni, Schiavon focalizza stavolta le vicende che condussero l’artista a svolgere un ruolo cruciale nella costituzione del Gruppo Labronico, fin dalla sua fondazione nell’estate del 1920, affermandosi immediatamente come esponente tra i più rappresentativi di tale compagine cittadina, nonché tra i più influenti per quanto concerne l’aspetto ideologico e organizzativo, dapprima attraverso la vicepresidenza da subito assunta e poi, a partire dal 1923, in virtù della carica di Consigliere, continuativamente mantenuta fino allo scioglimento del sodalizio nel 1932. La partecipazione a diciassette delle diciotto mostre organizzate dal Gruppo Labronico nei tredici anni di attività racchiusi tra i due conflitti mondiali, nell’ambito delle quali Romiti risulterà sempre tra i protagonisti, nonché tra i nomi più apprezzati dal pubblico e dalla critica, culminerà con l’impegno profuso per la rifondazione del sodalizio nel giugno 1946, della quale fu l’artefice principale, e con la Presidenza assunta in quell’occasione, che manterrà, in maniera anche controversa, fino alla morte, nel 1967.
Giovedì 12 gennaio 2023, ore 17.00, sarà Massimo Introvigne, sociologo e saggista, fondatore e direttore del Centro Studi sulle nuove religioni (CESNUR), il curatore della 3° Puntata del Calendario colligiano, con la conferenza dal titolo Sirene, esoterismo e religione dal romanico al simbolismo.
Specializzatosi nella tematica delle minoranze religiose, di cui emerge nel corso degli anni Ottanta come uno dei più prolifici studiosi italiani, autore di oltre settanta pubblicazioni, tra cui, nel 2001, l’Enciclopedia delle religioni in Italia e nel 2010 I satanisti. Storia, riti e miti del satanismo, Introvigne è noto soprattutto nell’ambito della sociologia delle religioni per il suo contributo alla teoria dell’economia religiosa, fondata da Rodney Stark e Lawrence Iannaccone negli Stati Uniti.
L’indagine di Introvigne punta i riflettori sul termine greco “sirena”, riferito a una creatura mitologica con corpo di donna e ali di uccello, senza contare che nel Medioevo, creature diverse, con origini nella mitologia nord-europea, caratterizzate nella parte inferiore del loro corpo da code simili ai pesci, sono ugualmente denominate “sirene”, determinando la sovrapposizione di due cicli mitologici.
Resta quindi avvincente addentrarsi attraverso le ambiguità originarie del mito, ovvero tra le sirene romaniche, malevole seduttrici, rappresentate come simbolo del vizio e del peccato, e le sirene benevole, privilegiando la dimensione esoterica che rimanda all’unità originaria tra l’umanità e la natura, e approdando al mito di Melusina – fata mutaforma, connotata tuttavia come una vera e propria sirena – messo al servizio, nel XIV secolo, della propaganda e delle ambizioni reali della casata dei Lusignan.
La conclusione verte fatalmente sulla stagione dei simbolisti, dei preraffaelliti e quindi dei surrealisti – molto attenti questi ultimi alla sfera esoterica – tutti determinati a giocare sull’ambiguità delle sirene, consegnandole infine alla cultura popolare che oggi si estende da Disney alla catena statunitense del Caffè Starbucks (il cui logo rappresenta appunto una sirena).
Conclude il Calendario colligiano Emanuele Bardazzi, storico dell’arte, con la conferenza dal titolo Dalle Sirene di Ulisse alla Sirenetta di Andersen. Metamorfosi e metafore del difforme, prevista giovedì 26 gennaio 2023, ore 17.00.
Profondamente influenzato dalla poetica di Charles Baudelaire, l’immaginario simbolista e decadente elabora una visione controversa dell’eterno femminino polarizzata tra purezza e dissolutezza, nodo strategico dell’indagine condotta dallo studioso, curatore della Quinta Sezione della mostra, dal titolo Seduzioni e incantesimi di carta. Il mito fatale della Sirena nella grafica del Simbolismo e Art Nouveau.
Le figure angelicate si contrappongono ai demoni della perversità. Così, nel delineare l’ossessione fin-de-siècle per la femme fatale che conduce l’uomo alla perdizione, gli artisti ricorrono spesso alla metamorfosi della donna in mostro mitologico. Meduse, sfingi, chimere e sirene dominano una nuova tendenza figurativa che intende esprimere in modo dirompente, ma altrettanto sofisticato, la coscienza maschile turbata dalla crisi del suo ruolo dominante di fronte alla donna liberata dalle convenzioni morali e non più sottomessa.
Ecco che la sirena incarna appieno, nell’excursus ideato da Bardazzi per il Calendario colligiano, il simbolo della creatura femminile inquietante e difforme, che suscita paura e al contempo attrazione irresistibile. Il suo canto melodico e insidioso che attrae pericolosamente e può condurre alla morte ha la sua esemplificazione più eloquente nella rivisitazione del tema omerico di Ulisse e le sirene. L’ibridazione della donna con le forme animali e vegetali diviene poi un motivo tipico dell’Art Nouveau che ricorre spesso al soggetto della sirena metà donna e metà pesce come elemento grafico basato sulla linea ondivaga e fluttuante, stemperando l’essenza negativa e mortifera nell’estetica decorativa.
Non può quindi mancare l’approfondimento dello Jugendstil germanico che assimila la sirena ai fauni e ai centauri quale vessillo panico della nuova generazione che aspira al ritorno alla natura in opposizione alla vita civilizzata. Infine, l’immaginario anglosassone di derivazione preraffaellita ribalta il maleficio della sirena, trasformandola in dolce e languida creatura che soffre l’amore impossibile per l’uomo: è il caso dell’illustrazione fantasy inglese, che trova nella favola The little mermaid di Andersen la narrazione perfetta in cui declinare questa ulteriore metamorfosi sentimentale.
Parallelamente alle quattro puntate previste alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, Fondazione Livorno e Fondazione Livorno Arte e Cultura vareranno eventi collaterali alla mostra e prevederanno aperture straordinarie, di cui le prime due si svolgeranno sabato 12 e domenica 13 novembre 2022, ore 16.00-20.00.
In occasione delle varie Puntate del Calendario Culturale sarà possibile
per coloro che non abbiano ancora ricevuto il catalogo della mostra
ritirare una copia gratuitamente al termine della conferenza