“Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale” di Byung-Chul Han
Le non-cose sono le informazioni che stanno alla base dell’ordine digitale; esso «derealizza il mondo informatizzandolo»: «Ci troviamo nel periodo di passaggio dall’èra delle cose all’èra delle non-cose. Non sono gli oggetti, bensì le informazioni a predisporre il mondo in cui viviamo.» Secondo il filosofo tedesco di origini sudcoreane, «le cose sono i punti fermi dell’esistenza», a differenza delle informazioni: «Non è possibile indugiare presso di esse. Hanno una validità molto limitata. Si fondano sul brivido della sorpresa.» Una «fuggevolezza», la loro, che destabilizza la vita, richiedendo «continuamente la nostra attenzione.»
«La storia e la memoria» – argomenta Han – sono «caratterizzate da una continuità narrativa che si estende su ampi lassi di tempo. Solo le narrazioni generano senso e tenuta. L’ordine digitale, numerico, è privo di storia e memoria. Quindi frammenta la vita.»