EDITH STEIN, uccisa ad Auschwitz il 09 agosto del 1942
A 80 anni dalla morte ad Auschwitz, la filosofa e mistica Edith Stein rappresenta un simbolo delle radici culturali che salvano dalle derive ideologiche disumane. La santa Patrona d’Europa, che ha attraversato il confronto tra la cultura liberal democratica europea e i totalitarismi offrendo elementi di sutura spirituale della comunità, propone – sottolinea lo storico Eugenio Capozzi – spunti di riflessione importanti al pensiero contemporaneo.
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Il 9 agosto 1942 veniva uccisa ad Auschwitz Edith Stein, filosofa in Germania, divenuta monaca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Era nata nella città polacca di Breslavia il 12 ottobre 1891 da una famiglia ebraica.
Laureatasi all’Università di Breslavia, sceglie di continuare il percorso accademico in Germania, prima a Gottinga e poi a Friburgo. Si distingue nonostante che a quel tempo fosse insolito confrontarsi con una filosofa donna e nonostante gli impedimenti della prima guerra mondiale. Divenuta membro della Facoltà a Friburgo si dedica anche all’attività politico-sociale, impegnandosi nel Partito Democratico Tedesco (DDP) a favore del diritto di voto alle donne e al ruolo nella società della donna che lavora. Intorno al 1921 abbandona l’ateismo e si converte. Battezzata il primo gennaio 1922 a Bad Bergzabern, va ad insegnare presso due scuole domenicane per ragazze a Spira e si avvicina alla vita di clausura.